Il futuro è verde, ma è anche sicuro?

Martedì, 09 Aprile 2024 Written by  /  
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Nell’attuale – e futuro – scenario, l’idrogeno verde rappresenta una risorsa energetica cruciale nel panorama della sostenibilità. Ma come tutte le tecnologie, l'idrogeno verde non ha solo vantaggi, bensì, porta con sé anche degli svantaggi. Tra questi, oltre l’alto costo di produzione (a causa della necessità di utilizzare energia rinnovabile per produrlo), c’è il fatto che richiede infrastrutture specifiche e particolarmente sicure e regolamentate.

Nella transizione verso un futuro più sostenibile, il numero di impianti di produzione e distribuzione dell'idrogeno è quindi attualmente in crescita, dato che può essere utilizzato come fonte di energia in vari settori, tra cui la mobilità, l'industria, il riscaldamento e l'elettricità. Questo ci pone di fronte a una domanda: quanto sono sicuri gli impianti e le infrastrutture coinvolte nella sua produzione, distribuzione o utilizzo?

L'idrogeno di per sé non è tossico, ma pone specifici rischi per la sicurezza a causa delle sue particolari proprietà e in quanto è caratterizzato da un basso peso molecolare e una bassa viscosità. Per questo motivo può fuoriuscire da condotte e serbatoi con una portata molecolare maggiore, permeare un numero maggiore di materiali e passare attraverso vie di fuga più piccole rispetto ad altri gas. In piccole quantità, è possibile che si diffonda anche attraverso materiali intatti (in particolare materiali organici) e ciò può portare all’accumulo di questo gas – non visibile in quanto incolore e inodore - in spazi confinati.

In questa nuova epoca ecologica, concentrata sul miglioramento delle condizioni di vita globali, la sicurezza degli impianti è dunque un aspetto altrettanto fondamentale.

La costruzione di infrastrutture sicure, nonché l’attuazione di misure di prevenzione e protezione e standard applicabili in fase di progettazione sicura degli Impianti, è essenziale per mitigare rischi potenziali.

Rilevatori e regolari ispezioni si ritengono assolutamente necessari come forma di protezione contro i rischi per la sicurezza, che vanno affrontati con misure adeguate, in particolare per quanto concerne la più grave minaccia: l’esplosione.

L’idrogeno, stando alla sua particolarità, richiede procedure di sicurezza specifiche che solo un’adeguata formazione ad hoc può dare.

Molti ricorderanno la tragica vicenda dello Zeppelin Hindenburg, l'orgoglio della flotta di dirigibili della Germania nazista il cui involucro conteneva idrogeno, che nel 1937 prese fuoco nel cielo del New Jersey mentre si preparava alla manovra di attracco, provocando una tale esplosione che mise fine all'era dei dirigibili a idrogeno.

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Cruciale è quindi l’investimento in programmi di formazione e sensibilizzazione per garantire che coloro che lavorano con l’idrogeno verde comprendano i rischi e adottino pratiche di lavoro sicure.

In conclusione, sebbene l'idrogeno offra un enorme potenziale per la transizione verso un'energia più sostenibile, è essenziale continuare a investire nella ricerca, nella formazione e nelle tecnologie per garantire che la sua produzione, distribuzione e utilizzo siano sicuri ed efficienti. Un approccio globale alla sicurezza contribuirà a consolidare la fiducia e a favorire una transizione armoniosa verso un futuro energetico più sostenibile.

 

Se vuoi saperne di più sull'idrogeno, leggi il nostro articolo "L'ERA DELL'IDROGENO" a questo link https://beamat.com/blog/item/63-studiare-e-lavorare-insieme-ecco-come-fare


Articolo di BEAMAT

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